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“Parto subito. Organizzo il meno possibile, non mi piace, si perde l’effetto sorpresa, pensare troppo a un tragitto ti lascia la sensazione di averlo in parte già vissuto. Di solito decido solo la prima meta e poi il resto capita.” Eddy Cattaneo – Il mondo via terra
Lunedì 12 dicembre 2011 verrà ricordato da tutti gli amanti dei treni come un die funesto. È entrato in vigore il nuovo orario ferroviario di Trenitalia.
“Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dei suoi sogni”
Alda Merini
È un sabato di fine agosto e sto lasciando l’autostazione di Campobasso con un comodo bus della Sati.
A bordo, il personale viaggiante, dotato di un moderno palmare, ha emesso il mio biglietto di sola andata (9.55 euro) per questa magica corsa: Campobasso – Termoli – San Salvo – Pescara. Sprofondato nel sedile, mi godo l’aria condizionata pregustando la Valle del Biferno che il mio bus percorrerà fino alle porte di Termoli sulla Bifernina.
Se è vero che “non è importante la meta, ma il cammino”, con i bus di linea attraversiamo un territorio in maniera economica, ecologica, virtuosa e il più possibile rispettosa degli abitanti. La versione integrale del mio articolo pubblicato sul FestBook 2011 della quarta edizione del Festival della Letteratura di Viaggio di Roma tenutosi dal 29 settembre al 2 ottobre 2011.
Continue reading“In assenza di guide è sufficiente una buona carta. Basta fidarsi dei nomi, e l’Appennino ne ha di favolosi. Doppi, come Castelpizzuto, Buonalbergo, Rupecanina, Castelsaraceno, Girifalco o Papasìdero. Allarmanti, come Latronico, Timpa del Demonio, Passo della Femmina Morta, Gole dell’Infernaccio. Evocativi: Alpe della Luna e Alpe Tre Potenze, Gole del Sagittario, un monte detto Libro Aperto e un altro Sasso Tignoso. Enigmatici: Cozzo Gummario, Bacugno, Roghudi. Sperduti: San Pellegrino, Badia di Moscheta, Petrella Tifernina. Vuoi mettere con Brescia Ovest, Cavenago o Sasso Marconi, muti, afoni, spenti, con l’anima rubata da svincoli e tangenziali?” Paolo Rumiz – La Leggenda dei Monti Naviganti
“La tecnologia può mettere la bellezza alla portata degli uomini, ma non semplifica affatto il processo che ci porta ad apprezzarla e possederla”. (Alain de Botton)
Come diceva Francesco De Gregori in Tutti salvi, canzone contenuta nell’album Scacchi e Tarocchi del 1985: “Scusate ma del Titanic ancora vi debbo parlare…”.
Ma guarda che vado a ricacciare per raccontarvi che ancora una volta sono salito al Passo dello Stelvio 2.758 m.s.l.m.
Continue readingOggi, in questo mondo sovraffollato, non credo ci resti, per viaggiare davvero, altra direzione che l’Aurora
Paolo Rumiz, Tre uomini in bicicletta
Alla fine non ho saputo resistere. Ho preso e me ne sono andato! Purtroppo (o per fortuna) non per sempre, ma solo per pochi, lunghi, indimenticabili giorni. Un po’ è stata colpa di Francesco Cataluccio che ha scritto un magnifico libro edito da Sellerio: Vado a vedere se di là è meglio.
“Forse il viaggio, tramite l’osservazione di ciò ch’è ovvio e ordinario, può essere una terapia, un mezzo per far si che l’occhio esterno apra l’occhio interno. I vecchi segnali presso gli attraversamenti incustoditi dei binari ammonivamo: FERMATI, GUARDA, ASCOLTA. È ciò che Whitman ha definito: il profondo insegnamento della ricezione“.
William Least Heat-Moon Strade Blu – Einaudi
“Rispetto all’Oriente vi sono ‘luoghi’ che io chiamo ‘di Passaggio’, nel senso che per andare con cognizione di causa su quelle lontane Vie è meglio passare prima per quelle più vicine a noi. Si comincia a conoscere usi, costumi, lingue, libertà e divieti, persino la cucina, e il loro modificarsi o evolversi di zona in zona. I miei ‘Luoghi di Passaggio’ li ho visitati per oltre trent’anni, studiandoli, cercando di capirli e innamorandomene a poco a poco.”
Mario Biondi, Strada Bianca per i Monti del Cielo, Ponte alle Grazie
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“Mi ricordo da bambino, di aver letto o di aver sentito le parole ‘The Great Divide’ cioè il Grande Spartiacque, che è poi la voce americana per indicare le Montagne Rocciose. (…) Le Montagne Rocciose sono troppo grandi, troppo lunghe, troppo importanti, per essere imponenti. (…) Le avevo oltrepassate, quando vidi il cartello, mi fermai, feci marcia indietro, scesi e mi misi sopra a cavalcioni. Faccia a sud. Mi fece una strana impressione il pensiero che la pioggia cadutami sul piede destro dovesse finire nell’Oceano Pacifico, mentre quella sul piede sinistro avrebbe trovato il modo, dopo innumerevoli miglia, di finire nell’Oceano Atlantico.” (John Steinbeck – In Viaggio con Charley)